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Tapioca Pudding alle mandorle

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Finalmente, la tapioca! Dopo averla vista qui ormai qualche anno fa ed averla cercata, bramata, inseguita, agognata… Sono fiera di affermare che sì, ora è in mio possesso!

E dire che bastava davvero poco: un salto dell’ultimo minuto al mini market asiatico vicino alla stazione centrale di Pisa, poco prima di prendere il treno di ritorno dall’università!

Non sapendo assolutamente che sapore avesse, diciamo che l’ho acquistata soprattutto per la sua forma: queste sferette bianche piccine piccine sono così belle da sembrarmi ipnotiche! Ma andiamo per gradi…

Cos’è la tapioca?

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La tapioca non è altro che farina estratta dalla radice di manioca, una pianta originaria dell’America del Sud che ha la forma di grosse radici dalla buccia di colore marrone, legnosa e dalla polpa bianca, dura e fibrosa.

Questa farina è completamente senza glutine e viene utilizzata come agente addensante per creme o budini (specialmente nella cucina asiatica e indiana). In America Latina invece viene fritta dandole la forma di una tortilla, servita poi con una spolverata di cocco fresco; viene mangiata sia con ingredienti dolci che salati e addirittura in Brasile sono diffusi ristoranti specializzati esclusivamente in piatti a base di tapioca: i Tapiocaria.

Sotto forma di perle, come nel nostro caso, la tapioca viene denominata boba ed è utilizzata nei dolci asiatici (kolak ed anche il tapioca pudding) oppure negli USA per il bubble tea (originario del Taiwan), che vedrete in uno dei prossimi post!

Che sapore ha la tapioca?

Boh! praticamente non ha nè odore, nè sapore... Quindi assorbe i gusti degli altri ingredienti come una spugna! Il bello è la sua consistenza gelatinosa e il suo aspetto... buffo!

Questo pudding è davvero basilare, ma ha un gusto delicato ed esotico, piacevolmente gelatinoso e leggero, che ben si presta alle più svariate personalizzazioni.

Ingredienti (per una decina di bicchierini, o anche di più)

120 g di perle di tapioca (+ qb di acqua tiepida per l’ammollo)
140 g di zucchero di canna
½ l di acqua
1 pizzico di sale
250 g di latte di cocco
spezie, aromi, frutta, frutta secca etc a piacere ( nel mio caso: cannella e mandorle, ma potete utilizzare la vaniglia, il cardamomo, il mango o altra frutta esotica, le fragole, i mirtilli!)

I. Mettete in ammollo la tapioca in una ciotola per 1 h (le sferette si gonfieranno un po’)

II. Fate bollire ½ litro di acqua, poi aggiungete la tapioca scolata, il latte di cocco, lo zucchero, il sale e la spezia prescelta. Fate cuocere mescolando fino a che le sferette non saranno trasparenti ( circa 10 min)

III. Trasferite il pudding caldo in bicchierini di vetro (per mettere in evidenza le perle), spolverateli con un po’ di cannella e qualche mandorla con la buccia, a lamelle. Servite tiepidi.

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Lemon icebox cookies di Martha Stewart

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Come promesso, do inizio al cookie-workshop di Natale e lo faccio con questi semplici biscotti al limone, comodi da preparare (perché si fanno la sera prima, si mettono in freezer e il giorno dopo si cuociono), veloci e perfetti come regalino homemade.

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Personalmente qualsiasi dolce contenga limone è quasi il massimo: crostata al limone meringata, muffins limone e semi di papavero ma anche- improvvisati ieri sera per cena- spaghetti al limone e Parmigiano etc etc.
Spruzzo il limone nell’insalata, su tutte le verdure bollite, sul pesce, nel tè e nelle tisane, sulla frutta, sul pollo... insomma potrei continuare all’infinito.

Con i biscotti però, non l'avevo mai utilizzato, così ecco a voi una ricettina ottima e aromatica, con l'unico inconveniente di essere sfacciatamente, irresistibilmente burrosa!

(da http://www.marthastewart.com/)

Ingredienti

2 cups (260 g) farina setacciata
1 cup (115 g) zucchero a velo
1 pizzico di sale
scorza di 1 limone e ½ (anche di più se volete)
succo di ½ limone
2 sticks (225 g) burro freddo a pezzetti
2 tuorli
qb di zucchero semolato per finire i biscotti prima di infornarli

NB- se avete un mixer metteteci tutti gli ingredienti secchi più la scorza dei limoni, frullate per amalgamarli, poi unite burro, tuorli e succo di limone e frullate di nuovo fino ad avere un composto omogeneo (come viene descritto sul sito).

NB2- un’altra delle cose positive di questi cookies è che una volta riposti in freezer ben sigillati dalla pellicola possono restarci fino ad un mese! Così potete preparare l’impasto fin da subito e poi toglierli per Natale ed offrirli ad amici e parenti come cadeau.

Non possedendo io un normalissimo mixer, ho fatto il tutto a mano ed è stato forse più terapeutico e confortante, come da tradizione! Quindi:

I. Mettete sul tavolo la farina, il sale, lo zucchero a velo e la scorza dei limoni, amalgamandoli un po’ con le mani; fate una fontana e ponete al centro il burro, lavorando il tutto fino a che non sarà granuloso, sabbioso (esattamente come una normale pasta frolla!)

II. Riformate la fontana ed unite i tuorli e il succo del limone, impastando quel tanto che basta a far amalgamare il tutto

III. Dividete l’impasto in 2 parti, formate 2 cilindri di 4 o 5 cm di diametro , avvolgeteli nella pellicola e riponeteli in frigo tutta la notte (se volete farli espressi, bastano 2 ore)

IV. Accendete il forno a 180° e preparate una teglia con della carta forno. Preparate un foglio di carta forno sul piano da lavoro e cospargetelo di zucchero semolato

V. Togliete i cilindri dal freezer, togliete la pellicola e rotolateli nello zucchero;a quel punto tagliateli a fette di circa ½ cm di spessore, adagiateli sulla teglia ed infornate per circa 15 minuti, ruotando la carta forno a metà verso metà cottura. Lasciateli raffreddare su una griglia.

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Note

- Potete preparare una glassa bianca al limone per decorare i vostri cookies e renderli più festivi

- Al posto dello zucchero semolato semplice, potreste rotolare i cilindri nello zucchero colorato, magari rosso oppure in quello di canna. Potete anche rotolarli nelle mandorle sminuzzate, o nelle noci, nocciole o pistacchi!

Cookies swap for Christmas: date un'occhiata qui!

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Sono ancora in alto mare con il cookie-workshop naatalizio, ma mi sto preparando con la massima dedizione, lo assicuro a tutte le amiche che sanno di ricevere un bel pacchettino di biscotti amorevolmente preparati dalla sottoscritta.

Andate a vedere questo, sul sito di Martha Stewart, per avere qualche idea... è praticamente un'orgia di colori, idee brillanti e ricette deliziose! La cara vecchia Martha sarà pure stata in galera, ma non si smentisce mai!

Nuove amicizie, a pois... e non solo!

Questa è la prova che da un banalissimo caso di omonimia si riescono a fare nuove e graditissime conoscenze! Così ho scoperto Carlotta e Valentina, che adesso mi hanno reso partecipe di questa dolce staffetta dell'amicizia:




Grazie mille ragazze!! Fa davvero piacere quando succedono queste cose: il mondo dei bloggers è affascinante anche per questo, per l'opportunità che ti offre di fare sempre nuove amicizie in modo spontanteo e totalmente disinteressato e talvolta molto più autentiche di quelle che stringiamo nel mondo reale!

Per partecipare basta:

- mettere nel post il logo della staffetta
- rispondere alle domande qui di seguito
- invitare altri 14 amici/che



1- Quando da piccoli vi domandavano cosa volevate fare da grandi cosa rispondevate?
Dunque, la lista è lunga e variegata: la parrucchiera, l'estetista, la chimica, la scrittrice di libri per bambini, la donna della pubblicità dello shampoo.

2- Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
C'è stata la fase Cenerentola, quella Peter Pan, quella della Spada nella Roccia e degli Aristogatti! E poi Duck Tales & co, Babar, Beatrix Potter... Quand'ero già più cresciutella Drangon Ball (ebbene, sì!) Rossana, Jem e Le Holograms... perché, volgiamo parlare dei Simpson dopo pranzo, con le bracioline impanate e fritte ancora sullo stomaco??

3- Quali erano i vostri giochi preferiti?
Andare nel giardino di casa e inventare il mio mondo fatto di provviste per l'inverno, legna da raccogliere e archi e frecce da forgiare. Rigorosamente da sola. E rubare i vestiti della mamma, le scarpe con il tacco, i parei, i trucchi... atteggiandosi a gran donna e ballando forsennatamente la colonna sonora dei Blues Brothers, che suonava dal 33 giri del mio babbo!

4- Qual è stato il vostro più bel compleanno e perché?
Credo il mio 10°... Venni svegliata dai miei genitori la mattina presto e mi fu consegnato un grosso baule rosso.... dentro c'era un fantastico boa di piume di struzzo! (Atteggiarsi a gran donna con quello, era ancora più facile!)

5- Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
Fin da piccola ho sempre desiderato andare a stare da sola: immaginavo la mia vita da grande e mi vedevo sempre dentro un appartamento pieno di libri, con un gatto grigio e una veranda ricoperta di edera, dove davo sempre feste ed organizzavo cene a base di impasto crudo di torta di riso! (ecco, l'ho detto... quanti punti perdo come foodblogger?)

6- Qual è stata la vostra prima passione sportiva e non?
Mia mamma mi iscrisse ad una scuola di danza classica a 4 anni, poi ho continuato con quella moderna... ed è stato amore, per sempre. Ho smesso 4 anni fa. Per il resto: odio ed ho sempre odiato tutti gli sport, i vestiti da sport, le scarpe da ginnastica, le Olimpiadi, I Mondiali di Calcio, le gare di Ciclismo etc etc etc. Odio profondamente!

7- Qual è stato il vostro primo idolo musicale?
Ahahahah bella domanda! Alle elementari: come si fa a non dire Spice Girls e Backstreet Boys? non si può! E anche: Britney, Christina, gli Aqua e gli Offspring! Alle medie: i Bon Jovi, che come dico sempre mi hanno salvato da una generazione di discotecari affumicati della Domenica pomeriggio, che si scatenavano con Gigi D'Agostino... Alle Superiori: Nirvana, The Doors, Pink Floyd.

8- Qual è stata la cosa più bella chiesta (ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesù Bambino, Santa Lucia? Il Piccolo Chimico e la casa di Barbie che fece storia!

Passo la staffetta a:

cucinopertescemo
Nella cucina di Ely
In cucina con me
Pasticci & Pastrocchi
Acquolina
FiOrdivanilla
Blueberry Mood
Dulcis In Furno
Panpepato senza pepe
Un filo d'erba cipollina
Cool & Chic Style Confidential
Farina Lievito e fantasia
Cuochella
La collina delle fate

Insalata di sedano rapa, Montasio, mele e noci

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Ecco uno dei modi in cui ho gustato il pane di segale del post precedente; un’insalata invernale ma leggera, perfetta per una cena detossinante post bagordi gastronomici vari o come pranzo al volo che non appesantisce! Provatela!

Le dosi sono per una persona (molto affamata)

Lavate, sbucciate ed affettate la metà di un grosso sedano rapa a bastoncini e mettetelo in una ciotola; unite mezza mela Granny Smith a fettine sottili (lasciate la buccia) ed irrorate tutto con succo di limone fresco. Aggiungete una manciata di gherigli di noci e un pezzetto di Montasio tagliato anch’esso a bastoncini (andateci piano con le dosi, ovviamente!). Salate, pepate abbondantemente ed oliate moderatamente. Grigliate qualche fetta di pane di segale e accompagnatela all'insalata.

Note: Mi sarebbe piaciuto aggiungere dei finocchi tagliati sottili e magari anche qualche spicchio di arancia a vivo… Oppure dello speck a listarelle sarebbe stato perfetto! Se la volete davvero detox eliminate il formaggio.

Liberate la fantasia e accostate i sapori che più vi aggradano, giacché le insalate sono uno di quei piatti in cui ci si può davvero sbizzarrire e creare abbinamenti paradossalmente deliziosi!

Pane di segale al latte con i semi

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Finalmente la soddisfazione di preparare in casa il mio tipo di pane preferito!

Questa ricetta giaceva sepolta sotto tonnellate di fogli, post-it, libri, quadernetti e riviste di cucina, ormai dimenticata.

Ma quando l’altro giorno al supermercato ho notato la farina di segale che occhieggiava dal suo bravo scaffale ho avuto il più classico dei déjà vu: ho visto la me di qualche anno fa cercare disperata su quello stesso scaffale, in quello stesso supermercato, quella stessa farina! E non c’era, non c’era mai stata fino alla settimana scorsa! Ecco il perché della ricetta abbandonata!

Detto, fatto! In men che non si dica, un’ora dopo ero già all’opera, con le cosiddette mani in pasta e l’acquolina in bocca!

Certo ho dovuto aspettare parecchio, perché la lievitazione, in questo caso, richiede davvero tanto,tanto,tanto tempo e la relativa pazienza… ma ne vale la pena perché dal forno è uscito un pane profumatissimo, che sa di buono e che si presta davvero a qualsiasi abbinamento: con tutti i salumi e gli affettati, con i formaggi, con le confetture (come vedete nella foto), arrostito e fatto a listarelle o a dadini per arricchire cremine di verdura o insalate, oppure utilizzato per le bruschette!

Insomma, per accompagnare i vostri pasti quotidiani, dalla colazione allo spuntino di mezzanotte!

(da Cucina no problem, Febbraio 2006)

Ingredienti

500 g farina di segale
100 g farina 00
1 cubetto di lievito di birra fresco
320 ml di latte intero, tiepido
25 g di zucchero o miele
1 cucchiaio di olio
sale
2 cucchiai di semi di zucca
2 cucchiai di semi di lino
2 cucchiai di semi di girasole

I. Sciogliete il lievito sbriciolato con 6 cucchiai del latte, unisci lo zucchero e 2 cucchiai scarsi della farina di segale; mescolate e lasciate riposare coperto con un panno in un luogo tiepido fino al raddoppio (per me 1 ora e ½)

II. Mettete le farine in una ciotola (tenendone da parte un cucchiaio scarso), unite il lievitino ottenuto, l’olio, il sale, i semi e il latte tiepido rimasto; appena tutti gli ingredienti si saranno amalgamati, trasferite l’impasto sul tavolo e lavoratelo con le mani, per circa 10 minuti, sbattendolo di tanto in tanto per conferirgli più elasticità. Trasferitelo in una ciotola, coprite con un panno e fate lievitare per almeno 2 ore

III. Sgonfiate l’impasto, rilavoratelo qualche minuto per dargli la forma che volete e trasferitelo su una teglia rivestita di carta forno, se volete, praticate qualche incisione sulla pagnotta, spolverizzatela con la farina tenuta da parte, coprite con un panno e mettete a lievitare di nuovo per 3 ore

IV. Finalmente, preriscaldate il forno a 200° e cuocete per 40 minuti

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Note

- Si conserva benissimo per 3 giorni, avvolto in un panno pulito
- Se volete, potete congelarlo
- Potete arricchirlo con i semi che preferite: sesamo, papavero, finocchio, cumino etc etc
- Potete aggiungere all’impasto qualche manciata di frutta secca a dadolini oppure noci, nocciole, pinoli, addirittura del formaggio grattugiato!
- Se volete usare il miele al posto dello zucchero, personalizzate il sapore utilizzandone tipi particolarmente aromatici e dal gusto particolare: di castagno, di fiori d’arancio etc etc


Qualche abbinamento…

- Confetture assortite (nella foto: pere, fragole e arance)
- Burro, zucchero e cannella o burro e miele
- Speck e Brie
- Burro salato e prosciutto di Praga
- Gorgonzola e noci
- Pere e Parmigiano
- Salmone affumicato e panna acida
- Ricotta e pepe
- Philadelphia e cetrioli
- Salsiccia (e Stracchino)
- Salame e Pecorino

Pumpkin pie.

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Mi risulta difficile scrivere a proposito della Crostata Di Zucca. Perché si annovera nei primi posti della mia personale top ten dolciaria.
Non saprei come descriverla, davvero, perché i casi sono due: o siete amanti della zucca, ne subite il fascino e apprezzate qualsiasi sua applicazione nel mondo culinario (dunque per voi una fetta di questa pie sarà puro paradiso) oppure proprio non vi convince questo bitorzoluto e assai ingombrante ortaggio, lo trovate troppo dolciastro e lontano dai vostri gusti… In tal caso, forse la pumpkin pie classica non fa al caso vostro.

MA (perché c’è sempre un ma) è stata un’enorme soddisfazione vedere mio fratello, che di solito storce la bocca ogni qual volta gli venga presentato un piatto che contenga zucca e/o cannella, apprezzare questo dolce particolare ed estraneo alla nostra tradizione e osservarlo sbalordirsi di ciò che le sue papille gustative gli suggerivano!

Non so se questa si possa definire l’eccezione che conferma la regola sopradetta… Comunque, non si può mai predire cosa il nostro palato troverà gradevole in un dato momento.

Chissà, magari anch’io un domani riuscirò a comprendere come si possa stravedere per un panino con il lampredotto!

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(da Sale e Pepe, Novembre 2009)

Ingredienti

Per la base di brisée:

200 g di farina 00
100 g di burro freddo a pezzetti
1 pizzico di sale
5 cucchiai di acqua fredda

Fate una fontana con la farina setacciata insieme al sale, unite nel centro il burro a pezzetti e iniziate a lavorare il tutto con la punta delle dita, fino ad ottenere un composto sabbioso e granuloso; a quel punto riformate una fontana e mettete l’acqua al centro; impastate quel tanto che basta a compattare il composto, avvolgete con pellicola e mettete in frigo per almeno 1 ora buona.

Per il ripieno:

2 kg di zucca di Chioggia
130 g di zucchero di canna chiaro
200 ml di panna fresca
3 uova
cannella e noce moscata qb

I. Preriscaldate il forno a 180°. Affettate a spicchi la zucca, con la buccia ma togliendo i filamenti interni ed i semi; sistemate le fette su una teglia rivestita di carta forno e cuocete per 50 minuti: la polpa dev’essere morbida se la infilzate con uno stecchino.

II. Lasciate intiepidire le fette, poi togliete la buccia e passate la polpa a pezzi al passaverdure (credo si possa fare anche frullare, ma con il passaverdure otterrete una purea più liscia ed omogenea).

A questo punto avete raggiunto il primo step: siete riuscite a procurarvi il famosissimo pumpkin puree, che negli States si trova bell’e pronto in ogni buco di minimarket! Certo però la soddisfazione di averlo home made non è da poco!

III. Unite al pumpkin puree lo zucchero, la panna, le uova e una generosa dose di spezie (in America ovviamente esiste la pumpkin pie spice blend, un mix ben calibrato di spezie varie creato apposta per questa crostata, ma voi usate quelle che più vi aggradano tra cannella, noce moscata, zenzero, chiodi di garofano, vaniglia). Mescolate con una frusta.

Adesso alzate la temperatura del forno a 200°; prendete dal frigo la vostra brisée, stendetela e foderateci una teglia da crostata di 24 cm di diametro ben imburrata e possibilmente con il fondo removibile; versate all’interno il composto di zucca, livellatelo bene e cuocete a 200° per il primo quarto d’ora, poi a 180° per 40 minuti. Lasciatela freddare su una griglia e servitela con un ciuffo di panna montata, accompagnata da caffè nero o tè speziato.

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Note

- Se volete potete preparare in anticipo (il giorno prima) sia la brisée che la purea di zucca: vi farà risparmiare parecchio tempo!

- io avevo finito la panna, così per abbellire la torta ho semplicemente disegnato e ritagliato la sagoma di una foglia, l'ho poggiata sulla superficie della torta cotta e ho spolverizzato il tutto con abbondante zucchero a velo... NB: fatelo immediatamente prima di servirla, perché lo zucchero tende ad essere assorbito dal ripieno, molto umido.

Coulants au chocolat (roba da principianti!)

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Il classico tortinodicioccolatocolcuorefondente è un po' da ristorante, lo ammetto... Mi pare un po' sorpassato, poco allettante, insomma roba da principianti.

Ma se con mossa astuta gli cambi il nome e lo fai diventare un coulant acquista tutto un altro charme, diventa chic, cool, di tendenza.

E all'improvviso ti senti un'acclamata chef internazionale con la puzza sotto il naso che trascorre la vita preparando deliziosi croque en bouche, fantasmagoriche bisque e che condisce le sue insalate con nient'altro che pregiate vinaigrettes.

Niente più il rozzo pane e salame per merenda, ma una raffinatissima fetta di tarte tatin. Mai più un bel tiramisù per concludere una cena, solo e soltanto coulants au chocolate.

E ti senti elevata spiritualmente, guardi tutti dall'alto della tua conoscenza di preziosi termini culinari francesi, disprezzi l'italianissima Zuppa Inglese e compri solo baguettes al supermercato.

Poi però decidi di preparare per una cena tra amici i tuoi collaudati coulants e sì, tutti gradiscono assai, ma nessuno riesce a memorizzare il loro nome, così... un'amica candidamente esclama: "Carlotta, ce ne sono ancora di quei culetti?".

Quandocevòcevò. Mi sta bene. Al diavolo tutte queste impalcature, oggi per merenda mi mangio pane e salame.

(da “Il mio corso di cucina, La pasticceria” di Marianne Magnier-Moreno)

Ingredienti
(per 6 stampini)

115 g di burro a pezzetti
115 g di cioccolato fondente al 70 % di cacao a pezzetti
115 g di zucchero semolato
4 uova
50 g di farina o maizena

I. Accendete il forno a 180° e preparate 6 stampini da forno. Sciogliete a bagnomaria il burro e il cioccolato, mescolando.

II. In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero, giusto il tempo di farle amalgamare bene.

III. Versate il composto di cioccolato nel composto di uova, mescolate quel poco che serve per amalgamare il tutto, poi unite la farina setacciata.

IV. Riempite gli stampini e infornate per 15 minuti.

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Note. Serviteli subito, belli caldi. Potete infornarli quando la cena sta per finire per poi portarli in tavola subitissimo.

Coffee mug cake: tortino à porter in tazza, al limone e cocco

Ovvero: come saziare la voglia di dolce in poco più di 3 minuti!

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Per preparare queste tortine in miniatura serve soltanto una mug (tazza da caffè americano), una forchetta ed un microonde, più eventualmente i misurini americani (in questo caso soltanto i tablespoons).

Certo non aspettatevi una raffinatezza, la consistenza dei mug cakes è un pochino chewy, come si dice, ma secondo me con un po’ di fantasia se ne può ricavare qualcosa di davvero carino, anche da offrire agli amici in mancanza di meglio!

Per esempio, togliendo il tortino dalla tazza una volta cotto, si potrebbe tagliare in 3 parti, bagnarle con dello sciroppo e farcire il tutto con panna montata, creando una mini layer cake, come qui. Oppure si può variare il formato, cuocendo il composto in piccole tazzine da espresso e decorare con un ciuffo di panna! Insomma sta all’estro di ognuno e alla capacità di inventiva…

Sul web se ne trovano di tanti tipi, ma il più famoso, ormai un classico della cucinasenzaperditeditempo made in USA, è quello al cioccolato, da me sperimentato qualche anno fa; era davvero buono: con cacao e gocce di cioccolato, lo avevo accompagnato con delle fragole fresche.

Questa volta ho voluto sperimentare, tentando una variante al limone e cocco, che ho servito con delle fettine di banana ed una spolverata di zucchero a velo.
Provatela! In fondo, bastano 3 minuti!

Ingredienti

4 tablespoons (40 g) farina 00
2 tablespoons (20 g) farina di cocco
4 tablespoons (40 g) zucchero
1 pizzico di lievito per dolci
1 uovo
3 tablespoons (50 ml) latte o acqua
3 tablespoons (50 ml) di olio di semi di girasole
scorza di 1 limone

Inserite tutti gli ingredienti in una mug (o in 4-5 tazzine da caffè) che vada bene per il microonde, mischiate bene con una forchetta fino a che il composto sarà omogeneo e senza grumi e fate cuocere al microonde per 3 minuti, alla massima potenza. Spolverate con zucchero a velo, decorate con fettine di banana o con quello che preferite e munitevi di cucchiaino!

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Note: restate a guardare il composto mentre si gonfia dentro al microonde, è davvero una piccola magia!

La prima torta dell’Autunno: pere e grano saraceno!

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L’altro giorno mi è capitato sott’occhi un vecchio quaderno di quinta elementare, quello di Italiano.

Tra qualche errore di ortografia, voti con improbabili diciture (“Bravissima!!!” “Molto Molto Bene!”), disegni davvero orrorifici e una calligrafia ancora troppo zoppicante, sfoglia che ti sfoglia, mi rendo conto di due cose:

1- La bambina che ero non aveva talento per il disegno. Orribile verità: nessun senso della prospettiva. Nessun accenno alle sfumature dei colori. Soprattutto: una visione totalmente distorta e trasformata della realtà in cui le signorine vestono sempre anni ’80, il sole sta sempre dietro una collina, i gatti hanno 6 zampe disposte una in fila all’altra e il cielo è una sottile riga azzurra orizzontale che corre lungo il margine alto del foglio. Inoltre: una totale banalità. Che duro colpo. E pensare che nella mia testa le immagini si creavano così nitide, così affascinanti! Maledette mani incapaci.

2- La bambina che ero si dilettava di Autunnologia: il quaderno infatti è pieno zeppo di racconti, filastrocche e poesie da me inventate che decantano la suddetta stagione, in ogni modo possibile. Ero letteralmente ossessionata dalle foglie che cadevano lente dagli alberi, dalle piogge settembrine e da qualsiasi altro cliché riguardi l’argomento. Ogni storiella che inventavo era ambientata in un bosco ad Ottobre e i lettini dei miei personaggi erano rigorosamente fatti con foglie secche intrecciate.

Ormai chi legge questo blog è a conoscenza del mio quasi odio per la stagione calda e quindi non si stupirà nel leggere queste righe; la mia passione per l’Autunno ed i mesi freddi in generale si è rafforzata e consolidata di anno in anno e resterà sempre parte di me… La “colpa” sarà di mia madre, che mi ha sempre infarcito il crevello di “Bosco di rovo” e Beatrix Potter….!

Ad ogni modo… da qualche giorno è iniziato il mio periodo preferito, le prime piogge si son fatte sentire ed ho già sistemato una seconda coperta sul letto.

Per festeggiare la nuova stagione questa torta si è rivelata perfetta, piena di frutta e dall’aroma particolare e avvolgente, grazie alla farina di grano saraceno. Credo che le pere si possano sostituire anche con le mele e… non mi disdegnerebbe tentarne una versione ai fichi! Provatela!

(ricetta tratta da Sale & Pepe Ottobre 2010, un po’ stravolta dalla sottoscritta)

Ingredienti

100 g farina 00
120 g farina di grano saraceno
100 g di zucchero
100 g di burro morbido
2 cucchiai di latte
3 uova
½ bustina di lievito per dolci
2 grosse pere mature e sode
Confettura di pere fatta in casa

I. Montate lo zucchero con il burro fino ad ottenere un composto spumoso e morbido; continuando a montare unite un uovo alla volta.

II. Incorporate con una spatola la farina 00 setacciata con il lievito e un pizzico di sale; poi unite anche la farina di grano saraceno, il latte e un bel cucchiaio di confettura.

III. Disponete l’impasto in una tortiera a cerniera imburrata ed infarinata e affondateci dentro le pere tagliate a fettine, con la buccia. Diluite 2 cucchiai di confettura con un goccio d’acqua e spennellate la superficie della torta. Infornate a 180° per 40 minuti.

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Crostata improvvisata di ricotta e mirtilli (con crosta a sorpresa!)

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Ecco cosa succede quando in casa si ha un rotolo di pasta brisée pronta e della ricotta prossima alla scadenza: con po’ di inventiva unita al sicuro successo di abbinamenti collaudati (mirtilli e pere), sono riuscita a sfornare questa crostata fragrante e profumata, molto fresca, perfetta per la fine dell’estate! Le pere dentro la crosta esterna conferiscono ancor più morbidezza e saranno una piacevole sorpresa per il palato.

Ingredienti

1 rotolo di pasta brisée pronta (o fatta da voi, ancor meglio!)
400 g di ricotta vaccina (se è troppo liquida, lasciatela in un colino per 15 minuti per eliminare il siero in eccesso)
1 cestino di mirtilli freschi
1 grossa pera
2 cucchiai di maizena
½ bustina di lievito per dolci
2 uova piccole
110 g di zucchero semolato
scorza di 1 limone

I. Accendete il forno a 180°. Rivestite uno stampo con la brisée, bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e riponetelo in frigo.

II. Montate nella planetaria (o con la frusta) la ricotta con lo zucchero e la scorza di limone; aggiungete poi un uovo alla volta.

III. A mano incorporate la maizena e il lievito setacciati, poi i mirtilli.

IV. Trasferite il composto nello stampo con la brisée e livellate. Tagliate la pera senza buccia a fettine e disponetele lungo il bordo esterno, poi racchiudetele dentro la pasta in eccesso, formando una sorta di torciglione.

V. Infornate per 50 minuti e lasciate raffreddare su una griglia.

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Note: mangiatela a temperatura ambiente o fredda, mai calda di forno! Provate a prepararla con la pasta frolla o la sablée, per una crostata più ricca e dolce.

Focaccia pugliese con pomodorini - Focaccia Blues…

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Sono tornata quasi da un mese nel mio piccolo paesino toscano, eppure mi sento ancora in modalità blues: mi avviluppo nella malinconia, rincorro odori densi e primordiali, mi perdo nella nostalgia dei ricordi più insignificanti: il biglietto del parcheggio, lo scontrino della mia prima frisella, il sasso di pietra leccese perfettamente levigato dal vento.

D’altra parte il Salento ti resta attaccato addosso per un bel po’, non puoi farci niente, se non abbandonarti inerte al suo esotico richiamo.

E Matera mi resterà per sempre impressa nell’anima: i suoi vicoli sdrucciolosi, i suoi profumi antichissimi, i suoi abitanti tutti da scoprire. Volti, voci, persone. E tanto, tantissimo buon cibo.

In onore alla terra Salentina vi propongo la famigerata Focaccia Pugliese, di cui non mi sono stancata pur avendola mangiata davvero ovunque e a tutte le ore!

Questa è una ricetta ormai consolidata, che ho fatto e rifatto spessissimo negli ultimi due anni… viene davvero buona ed invade di profumi mediterranei tutta la casa!

(ricetta di Sale&Pepe Luglio 2009)

Ingredienti

1 patata (circa 200g) lessata senza la buccia, calda
200 ml di acqua di cottura della patata, tiepida
500 g di farina 00
25 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiaini di sale
olio evo qb
origano secco qb
pomodorini datterini qb

I. Schiacciate la patata ancora calda dentro una ciotola, aggiungete la farina, 2 cucchiai di olio evo e il sale; nel frattempo fate sciogliere il lievito con lo zucchero e 50 ml dell’acqua di cottura della patata e incorporartelo all’impasto. Unite impastando con le mani la restante acqua e trasferite l’impasto sul piano di lavoro, lavorandolo a lungo ed energicamente. Riponetelo in una ciotola coperto da un panno e fate lievitare al calduccio finché non raddoppia il suo volume (2 ore).

II. Ungete una teglia con poco olio e trasferiteci l’impasto lievitato, allargandolo con le dita per adattarlo alla forma della teglia. Lasciate lievitare coperto con un panno per altri 20 minuti.

III. Tagliate a metà sufficienti pomodorini datterini per ricoprire tutto l’impasto e lasciate i più piccoli, se volete, interi. Preparate una salamoia montando poco con la frusta pari quantità di acqua tiepida e di olio, più un pizzico di sale; spennellate la focaccia con la salamoia, coprite con carta stagnola e fate lievitare un’altra ½ ora. Nel frattempo accendete il forno a 220°.

IV. Infornate per 30 minuti, sfornate e trasferite su una griglia da raffreddamento.

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NOTE: Da mangiare da sola, tiepida, è il massimo, oppure potete aprirla ( come spesso si fa in Salento) e riempirla di salame dolce o piccante: niente di meglio! Si conserva per 3 o 4 giorni ben coperta con la stagnola.

ps- Chi sa dirmi da dove ho preso il titolo per questo post?


ps2- ho modificato un pochino il template del blog e credo che presto lo farò ancora... ci si annoia facilmente, non vi pare?

Merenda estiva: torta rovesciata di albicocche e tè freddo alla frutta e vaniglia



Casomai vi prendesse la voglia di “giocare a signore”, come dice mia mater, eccovi le istruzioni:

- Scegliete una zona fresca del vostro giardino e apparecchiate un piccolo tavolo con una candida tovaglia su cui poserete piattini, bicchierini, forchettine, zollettine, tovagliolini etc etc.

- Accendete delle piccole candele alla citronella tutt'intorno per allontanare gli odiosi Mosquitos (una finezza!)

- Accendete il vostro personal computer e mandate un riservatissimo, ristrettissimo e snobissimo invito via faccialibro (siete pur sempre nate nell'era cibernetica!) alle vostre amiche/amici gay più care/i (scegliete un’ora da aperitivo… le 6 sono perfette).

- Cucinate amorevolmente questa torta old fashioned che oltre ad essere squisita è molto scenografica ed accompagnatela con questo dissetante tè fruttato.

- Incipriatevi il naso e mettete un bel vestito con la gonna a ruota.

- Come delle vere signore, conversate intelligentemente, facendo fluttuare i vostri orecchini di perle al vento della sera.

Voilà!


Torta rovesciata di albicocche
(molto liberamente ispirata a quella di Donna Hay, "Classici Moderni 2")



Ingredienti

Per il caramello:

125 ml di acqua
200 g di zucchero semolato
70 g di burro

Per l’impasto:

100 g di farina 00
50 g di farina integrale
50 g di farina di mandorle
1 bustina di lievito
1 pizzico di cannella
4 uova
220 g di zucchero di canna
125 g di burro fuso
10 albicocche divise a metà e snocciolate

I. Scaldate il forno a 160° e imburrate una teglia a cerniera di 22 cm

II. Preparate il caramello: versate l’acqua e lo zucchero in un pentolino, riscaldate a fuoco lento e, quando lo zucchero si sarà sciolto, alzate la fiamma: lasciate sobbollire…

III. Mentre il caramello cuoce preparate l’impasto: montate lo zucchero di canna con le uova finché non saranno gonfie e spumose; unite a poco a poco le farine, il lievito e la cannella, mescolando con una spatola; infine il burro.

IV. Appena il caramello avrà preso un bel colore ambrato, fuori dal fuoco, unite il burro, mescolando bene per amalgamarlo; versatelo sul fondo della tortiera e subito dopo sistemateci le albicocche, con il lato interno verso il basso e una vicina all’altra. Versate infine l’impasto della torta ed infornate per 1 h.

V. Quando la torta sarà pronta (prova stecchino!) lasciatela riposare 5 minuti all’interno della tortiera e poi rovesciatela su un piatto; servite tiepida o fredda.





Tè freddo alla pesca, limone e vaniglia

1, 5 l di acqua in bottiglia (otterrete un tè più limpido)
2 bustine di English breakfast Twinigns
1 pesca bio molto succosa e dolce
2 fette di limone bio
1 bacca di vaniglia

Portate ad ebollizione l’acqua e immergetevi le bustine; unite la pesca a fette con la buccia, le fette di limone e la bacca intera di vaniglia. Se volete, dolcificate il vostro tè, magari con del miele o dello zucchero di canna, anche se io di solito lo lascio al naturale; dopo 5 o anche 10 minuti togliete le bustine e lasciate raffreddare il tutto a temperatura ambiente; travasate in una bella brocca di vetro e mettete in frigo almeno 1 ora prima di servirlo. Accompagnatelo con dei cubetti di ghiaccio e la torta di albicocche.

Brownies al cioccolato fondente e noci



Mettete una serata in terrazza a casa di amici… aggiungete musica, grigliate, candele, chiacchiere e kebab fatto in casa con salsa alla yogurt. Il momento è perfetto.

Mettete però che ci siano qualcosa come 35° alle 11.00 pm, anche grazie alle suddette candele e grigliate! Il vino rosso da bere con la carne che completa il tutto, fornendo quella spinta in più.

È proprio in quel momento che ognuno dei commensali pregusta mentalmente un bel dolce rinfrescante e leggero, che si porti via un po’ di quell’afa e restituisca una temperatura corporea accettabile.

Invece no: arrivano i brownies, carichi di noci e cioccolato! E nemmeno una pallina di gelato alla vaniglia da servire insieme!



…. Ok, ho sbagliato, ho preparato il dolce sbagliato, è vero. Il brownie si mangia mentre fuori sfuria una tempesta di vento e grandine, avvolti in un bel maglione di lana!

E allora? E se vi dicessi che – dopo l’iniziale e più che comprensibile esitazione generale – ci sono state persone che ne hanno mangiati addirittura 4 pezzi? E c’è stato chi ci ha fatto colazione la mattina dopo, con il latte freddo?

Si sa, il brownie è fatto così… non si resiste.


La ricetta proviene dal libro di cucina di Desperate Housewives che regalai a mia madre qualche anno fa. È molto ben fatto e ci sono ricette interessanti.
Ho provato tante ricette di brownies, ma questi restano i migliori… Hanno una percentuale di cioccolato nettamente superiore a tutti gli altri e hanno la loro tipica consistenza fondente, morbida, intramezzata da croccanti frammenti di noci.

Ingredienti

350 g di cioccolato fondente al 50% di caco a pezzetti
200 g di zucchero semolato
180 g di burro a pezzetti
120 g di farina
4 uova
300 g di noci tritate grossolanamente
1 bacca di vaniglia
½ bustina di lievito
1 pizzico di sale

I. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato, il burro e lo zucchero con i semi di vaniglia; togliete la ciotola dal bagnomaria e lasciate intiepidire.

II. Accendete il forno a 180° e preparate una teglia rettangolare con i bordi un po’ altini imburrata e infarinata.

III. Sbattete il composto al cioccolato con la frusta elettrica per lucidarlo, poi aggiungete un uovo alla volta, sempre sbattendo. Incorporate la farina setacciata con il lievito e il sale, mescolando delicatamente con una spatola. Aggiungete le noci.

IV. Versate il composto nella teglia, livellatelo e infornate per 20 minuti; quando farete la prova dello stecchino, non deve uscire completamente pulito, basta che il composto si sia rappreso! Una volta cotto lasciatelo raffreddare dentro la teglia, poi tagliatelo a quadrotti.



Note

- Potete sostituire le noci con le nocciole o mixarle insime; potete anche non metterle nell’impasto, se non amate la frutta secca.

- Sono buonissimi da soli e mi raccomando non spolverizzateli di zucchero a velo perché non ne hanno bisogno!

- Potete accompagnarli con una pallina di gelato alla crema o alla vaniglia.

- Per dare un sapore più deciso provate a sostituire lo zucchero normale con quello di canna grezzo, magari muscovado!

Zucchini's bread - Bislacche torte dettate per telefono da nonne al passo coi tempi...




Ma dove la trovate una nonna che vi incita a provare una torta dolce di zucchine?

Ci sono miei coetanei che faticano all’idea del sale nelle torte al cioccolato, storcono il naso di fronte a bizzarri nomi come quinoa, kamut o pasta fillo, si arrovellano il cervello cercando di giustificare a loro stessi il fatto che sì, le carote sono una verdura, ma sì, si possono utilizzare nei dolci!

E invece ci sono nonne, per l’appunto, che sfidano ogni tradizione e sanno apprezzare abbinamenti insoliti, guidate da autentico amore per la curiosità e la sperimentazione!

Ecco come nascono questi muffins: da una telefonata piena di entusiasmo che ha rallegrato un fiacco lunedì sera davanti al pc.

La nonna Annetta ha scovato la ricetta su un canale tv, di quelli che negli apparecchi non dotati di satelliti spaziali con 30.000 canali si trovano dal 7 in su, ma non chiedetemi quale!

La torta dolce di zucchini mi ha sempre attratto ed ora che l’ho provata non la abbandonerò davvero più! Il suo sapore è simile alla torta di zucca (chi l’avrebbe mai detto eh? ;-)), molto delicato, leggero. L’aggiunta di cannella e noce moscata conferisce ovviamente quella marcia in più.




Ingredienti

( per 20 muffins o una teglia da 24 cm)

300 g di zucchero semolato
3 uova
300 g di zucchine grattugiate
100 g di noci tritate (io ho messo le pecan)
300 g di farina 00
100 ml di olio vegetale
50 ml di latte
Cannella
Noce moscata
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale

I. Accendete il forno a 180°. Sgusciate l’uovo in una ciotola, unite lo zucchero, il latte, l’olio e le spezie e montate un poco con la frusta.

II. Aggiungete le noci,mescolando con una spatola, poi le zucchine, infine il lievito, la farina ed il sale setacciati.

III. Versate l’impasto nella tortiera e cuocete per 30-40 minuti.



Grazie Nonna Annetta!

Cous cous mediterraneo ai friggitelli e verdure

Chiedo pubbliche scuse a tutti/e voi per la mia latitanza durante le ultime settimane, che sono state un turbine di impegni culinari e studio forsennato!

Ho organizzato un aperitivo-mercatino per conto di una mia amica e ho passato gli ultimi 7 giorni ad ideare un menù che fosse d’effetto e originale… tra le altre cose vi dico che ho sfornato miriadi di focaccine, focacce pugliesi, croissants salati etc etc! Mi sono anche cimentata nella sperimentazione di gazpacho e guacamole!

Purtroppo non son riuscita a fotografare niente, ma ho intenzione di replicare una ad una tutte le pietanze e proporle qui per voi, dato che hanno riscosso successo e apprezzamento! Quindi stay tuned, mi raccomando!

La ricettina che vi propongo è semplice e banale ma comunque un grande classico estivo, dunque irrinunciabile! Saporita e colorata, ha inaugurato il nuovo acquisto: un VERO wok, che mio padre si è fatto spedire dal suo ristorante giapponese di fiducia!

Niente a che vedere con i wok che si trovano in commercio: ha cotto le mie verdurine in pochissimo tempo, lasciandole belle compatte e croccanti!




(dosi per 4 persone)

4 piccole zucchine con i fiori
Una 20ina circa di peperoncini verdi dolci
3 piccole carote
2 coste di sedano
½ cipolla rossa
qualche manciata di pomodorini datterini
1 peperoncino fresco
abbondante basilico
Cous cous

I. Cuocete 50 o 60 g di cous cous a persona, come indicato nella confezione; una volta pronto conditelo con un filo d’olio e sgranatelo bene con una forchetta. Tenetelo da parte.

II. Tagliate tutte le verdure a listarelle. Scaldate un po’ di olio in un wok e fate rosolare il peperoncino, la cipolla, il sedano e le carote, giusto qualche minuto. Poi aggiungete e fate cuocere, uno alla volta, in quest’ordine: peperoncini verdi dolci, zucchini, datterini e alla fine il basilico, giusto a fine cottura, per non farlo annerire.
Eventualmente durante la cottura delle verdure, se dovessero risultare troppo secche, aggiungete un mestolo di brodo vegetale o acqua bollenti.

III. Versate il cous cous nelle verdure e saltate qualche minuto. Togliete dal fuoco e date un ultimo giro d’olio a crudo. Servite tiepido.

Soffici tortine integrali alle fragole



Non le ho inventate, sono una rielaborazione personale di questi muffins di Dolcetto, che ringrazio!

Sono tortine magiche, da fare e rifare! Ve le consiglio perché sono belle piene di frutta, restano morbidose e umide e sono anche piuttosto light, dato che non c’è burro!

Ho cambiato le percentuali di farine, aumentando quella integrale, ho sostituito lo zucchero bianco con quello grezzo di canna e ho eliminato la grappa, dato che non amo il sapore dei liquori nei dolci.
Sono venuto davvero buone, una perfetta colazione, magari accompagnate da un bel frullato di fragole e banane, per restare in tema!





Ingredienti

(per una 15ina di tortine)

SECCHI:
200 g farina integrale
50 g farina 00
1 bustina di lievito

LIQUIDI:
2 uova
100 g zucchero di canna
1 vasetto di yogurt bianco
½ vasetto scarso di olio di semi di girasole
(1 cucchiaio di latte)

IN PIù:
300 g di fragole a pezzetti


Accendete il forno a 180° e sistemate dei pirottini per muffins dentro le apposite tegliette (oppure preparate degli stampini in alluminio)

Mescolate tutti gli ingredienti liquidi eccetto il latte, poi incorporate gli ingredienti secchi tutti in una volta e mescolate il minimo indispensabile. Se c’è bisogno del latte, mettetelo, altrimenti incorporate direttamente le fragole. Distribuite l’impasto nei pirottini (attenzione: non fino all’orlo! Uno dei miei è straripato in forno!) e cuocete per ½ ora.



Panna cotta doppia vaniglia... e un’invettiva contro i ristoranti



Per me la panna cotta non ha mai avuto niente di così fascinoso… mi è sempre parsa un dolce da ristorante, sbrigativo e un po’ rozzo.

A chi non è mai capitato di andare a cena fuori e ascoltare annoiata il cameriere elencare una banalissima scelta di desserts poco invitanti?
Sorbetto al limone (di quello proprio servito nel mezzo limone eh!), panna cotta, (l’odiosa) mattonella al cioccolato, mattonella ai frutti di bosco, tartufo bianco e nero (che sarà mai?) … nel migliore dei casi si può sentir pronunciare un tiramisù (di solito rinsecchito e di uno strano colore giallognolo) o una crema catalana (non brûlée, figuriamoci, troppo disturbo creare la crosticina di zucchero caramellato!)...

Ma insomma dico io, perché i ristoranti non danno importanza ai dolci? Perché offrono sempre gli stessi? Ma un bel cheesecake no? O una bella crostata alla frutta, di quelle come si deve?

Non so se anche voi avete riscontrato questo fatto, ad ogni modo per la mia misera esperienza è sempre stato così: il momento del dolce si è sempre rivelato il punto più basso di una cena fuori…

Dunque preparare una panna cotta è sempre stato fuori discussione, impensabile, punto. Ma si dà il caso che l’altro giorno avessi in frigo una bella confezione di panna freschissima, a metà (vi dirò poi a cosa è servita l’altra metà!)… e sapete com’è la panna, se non si consuma immediatamente, diventa cattiva…
così ho preso il mio bel libro delle ispirazioni, i fogli di colla di pesce e mi son messa all’opera.
Ne è uscita fuori una panna cotta che non ha niente a che vedere con quelle dure e iperdolci dei sopracitati ristoranti!
Era piacevolmente morbida ma compatta, delicata e con un aroma di vaniglia fantastico!

Ho scritto doppia vaniglia, infatti, perché ho usato sia i semini di una grossa bacca, sia lo zucchero vanigliato che tengo sempre pronto all’uso (basta che mettiate i baccelli di cui avete prelevato i semini in un barattolo con lo zucchero: dopo qualche settimana avrete un profumatissimo zucchero da usare nei dolci, frullati, caffè etc.).
Questo doppio dosaggio ha fatto sì che la mia panna cotta avesse un aroma ricco e corposo, inconfondibile. Provate!

Ingredienti (per 5 stampini di alluminio usa e getta)

(tratto da “Il mio corso di cucina, La pasticceria” di Marianne Magnier-Moreno)

400 ml di panna freschissima
60 g di zucchero (alla vaniglia)
1 baccello di vaniglia
2 fogli di colla di pesce

I. Ammollate la gelatina in acqua fredda; mettete la panna in un pentolino, aprite il baccello, prelevatene i semi ed aggiungeteli alla panna; inserite anche il baccello svuotato e mettete sul fuoco a scaldare.

II. Quando si sarà scaldata unite lo zucchero, mescolando e alzate la fiamma; appena avrà spiccato il bollore toglietela dal fuoco e filtratela in una ciotola; unite la gelatina ammorbidita e bel strizzata, mescolando bene fino a che si sarà sciolta.

III. Lasciate intiepidire leggermente, poi distribuite il composto negli stampini e lasciateli freddare a temperatura ambiente; trasferite in frigo per almeno 2 ore.



Io l’ho servita così, semplice, per non replicare certi abbinamenti visti e rivisti, ma ovviamente sappiamo tutti quanto ci stia bene una bella coulis di lamponi o un po’ di salsa al cioccolato! Vi assicuro però che già da sola era meravigliosa.

Cake al cioccolato e fleur de sel



Questo cake è ormai molto celebre, è praticamente un’istituzione nel mondo delle foodbloggers, tant’è che queste ultime si saranno senz’altro stufate di vederlo di nuovo pubblicato… Ebbene scusate, ma non ce l’ho fatta, ho dovuto postarlo.

Avrei potuto prepararlo, mangiarlo ed ammirarlo nell’intimità della mia cucina, senza rendervi partecipi… Ma non ho potuto, perché ne sono rimasta troppo estasiata, troppo innamorata… dovevo condividere le mie emozioni con qualcuno!

Dunque, dato che:

- so che chi l’ha già provato comprenderà appieno l’amore che si prova istantaneamente di fronte a questo cake

- questo blog non viene letto solo da altri foodbloggers, ma anche da persone “normali”, amici, parenti etc.

- che è un cake fantastico da fotografare (seppur con la mia misera kodak compatta!), direi proprio fotogenico ed ammiccante

Ho deciso di postarlo. Per la ricetta vi rimando all’originale, il blog Il mondo di Adrenalina, che non ringrazierò mai abbastanza!



Per chi non l’avesse ancora fatto, rimediate subito, procuratevi del fleur de sel e della cioccolata fondente di ottima qualità e procedete. Senza esitazioni. Resterete allibiti.

Pancakes di grano saraceno


Stamattina sveglia puntata alle 7 (per avere una mezz'oretta di tempo da passare ad avvolgermi pigramente nelle coperte) e tanta fame (la Domenica faccio sempre pasti sconclusionati ad orari improbabili…), oltre alla solita necessità imminente di caffeina ad alto tasso di concentrazione.

Così ho preparato i pancakes, una delle mie colazioni preferite, ma questa volta con la farina di grano saraceno, che gli ha conferito un sapore rustico ed una consistenza piacevolmente granulosa!
Inoltre ho notato che la cottura riesce molto più uniforme ed è più rapida! Ancora una ricettina express, dunque, da assaporare ovviamente accompagnata da frutta fresca, sciroppo d’acero e caffè.

Ingredienti (per una 15ina di pancakes, forse anche meno, ma si può raddoppiare tranquillamente la dose!)

90 g di farina 00
60 g di farina di grano saraceno
1 cucchiaio di zucchero bianco
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di lievito per dolci
30 g di burro fuso
1 uovo
250 ml di latte

I. Mescolate le farine con lo zucchero, il sale e il lievito. In un’altra ciotola con una frusta rompete l’uovo nel burro fuso, mescolate, poi aggiungete il latte. Incorporate Il composto liquido alle farine.

II. Scaldate una piccola padella antiaderente (io non metto burro ne olio, dato che i pancakes lo contengono) e disponeteci dei dischi di composto prelevati con un cucchiaio; quando si formeranno delle bolle in superficie girateli e cuocete meno di un minuto.
Servite i pancakes intramezzati da fette di fragole o con ciò che preferite e glassateli on una generosa colata di sciroppo d’acero!



Suggerimenti:

- Mi piace conservare gli ingredienti secchi del composto in un vaso a chiusura ermetica: basterà aggiungere gli ingredienti umidi ed avremo sempre pronta all'uso una scorta di pancakes di salvataggio!

- L’abbinamento più classico è con i mirtilli, ma potete usare lamponi, kiwi, banane, frutta sciroppata… Oppure confetture, marmellate (con questi per esempio sarebbe perfetta quella d’arancia!), anche Nutella o semplice cioccolata fusa… andateci piano, però…

Buon lunedì a tutti voi!
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